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Le radici del negazionismo climatico

La storia non si fa con i se, ma… dove saremmo oggi se negli anni ’90 le grandi aziende si fossero unite per combattere il cambiamento climatico invece di creare disinformazione e negarlo?  

Gli allarmi della comunità scientifica circa il rischio legato alle emissioni di anidride carbonica iniziano nel 1959, quando il fisico Edward Teller avverte l’American Petroleum Institute che sarebbe bastato un aumento del 10% delle emissioni per scatenare una reazione a catena oggi a noi ben nota. 

Nei decenni successivi, altri studi confermano questa teoria e favoriscono una consapevolezza diffusa della necessità di un cambio di passo. 

La politica si adopera e inizia a formulare azioni per contrastare le emissioni di anidride carbonica e la questione diventa centrale nel dibattito pubblico al punto che: 

  • nel 1988 George Bush Sr. dice di voler opporre all’Effetto serra l’Effetto Casa Bianca e che la sua presidenza avrebbe risolto il problema; 
  • nel 1992 si firma il primo accordo internazionale sulla riduzione delle emissioni al Summit di Rio; 
  • nello stesso anno l’ambientalista Al Gore diventa vicepresidente degli Stati Uniti. 

 

I grandi gruppi industriali statunitensi non ci stanno. 

Per arginare gli interventi che la politica si apprestava a mettere in atto nasce nel 1989 la Global Climate Coalition, un gruppo di pressione formato dai grandi industriali statunitensi.  

Nel 1992 queste aziende vedono i propri profitti a rischio e decidono di offrire un 1 milione di dollari a chiunque riesca a riscrivere la narrativa sul cambiamento climatico. 

A rispondere a questo appello è il giornalista Bruce Harrison, che crea una campagna di (dis)informazione multicanale in grado di: 

  • tradurre le tesi ambientaliste in inutile catastrofismo,  
  • affermare la mancanza di consenso scientifico sul cambiamento climatico. 

L’azione mediatica è talmente efficace che, alla fine del 1997, quasi la metà dell’opinione pubblica statunitense crede che la crisi climatica non sussista.  

La Casa Bianca, a quel punto, rinuncia a ratificare una tra le iniziative più significative per ridurre i gas serra: il protocollo di Kyoto. 

Questa è la breve storia triste di come nasce, corre e si diffonde il negazionismo climatico: l’eco delle campagne mediatiche di disinformazione promosse dalla Global Climate Coalition dura ancora oggi. 

 

Come dicevamo, la storia non si fa con i se. Ma il futuro forse sì. 

Come sarebbe il mondo di domani se tutte le aziende intraprendessero oggi un percorso di sostenibilità oggi?